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Riforma accesso ai test di medicina 2025. Addio al numero chiuso: ecco cosa cambia



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La riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina, approvata il 11 marzo 2025, segna una svolta storica nel panorama educativo italiano perché elimina i tradizionali test d’ingresso e introduce un nuovo modello basato su un “semestre filtro”. Cerchiamo di capirne di più

Pubblicato il 12 mar 2025



Riforma accesso ai test di medicina

Avevamo già anticipato che per l’anno accademico 2025/2026 i cambiamenti e le novità non sarebbero state poche. E infatti, la recente riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina, approvata il 11 marzo 2025, segna una vera e propria svolta storica nel panorama educativo italiano perché elimina i tradizionali test d’ingresso e introduce un nuovo modello basato su un “semestre filtro”.

Diciamo subito che uno degli obiettivi principali della riforma è formare almeno 30.000 nuovi medici nei prossimi anni e rispondere così alla crescente domanda nel sistema sanitario nazionale. Si punta a rendere il percorso di studi più efficiente e a ridurre i tempi necessari per l’ingresso nel mondo del lavoro.

Riforma accesso a medicina: cosa si intende per semestre filtro

Dopo oltre vent’anni, i test di selezione come il TOLC sono stati aboliti. Il nuovo sistema prevede una selezione “in itinere” e offre agli studenti l’opportunità di dimostrare le proprie capacità direttamente durante il percorso di studi.

Questo semestre iniziale sarà aperto a tutti gli studenti interessati a Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Saranno, inoltre, previsti due esami comuni in tutte le università italiane, da sostenere entro dicembre 2025, con due appelli disponibili: uno a inizio mese e uno alla fine.

La media dei voti ottenuti determinerà chi potrà proseguire nel percorso di studi in Medicina. Diciamo quindi che il numero chiuso, in un certo senso, rimarrà in vigore, ma la selezione avverrà dopo il primo semestre, basandosi sul rendimento accademico degli studenti.

Crediti trasferibili per chi non supera la selezione

Ma cosa succede a chi sono supera questo “famoso” semestre filtro? Gli studenti che non risulteranno idonei al termine del semestre filtro potranno utilizzare i crediti acquisiti per iscriversi ad altre facoltà affini, come Farmacia o Biotecnologie. Questo meccanismo mira a evitare la dispersione delle ragazze e ragazzi e a facilitare la riorganizzazione del loro percorso accademico.

In ogni caso nei primi mesi il programma accademico sarà uniforme su tutto il territorio nazionale, così da garantire modalità didattiche omogenee tra le diverse università.

Incremento dei finanziamenti per le università

Per sostenere questa trasformazione, il fondo di finanziamento ordinario per gli atenei aumenterà a 9,4 miliardi di euro nel 2025, con un incremento di 336 milioni rispetto agli anni precedenti. Inoltre, sono stati stanziati 37 miliardi per nuovi contratti di ricerca, incentivando l’innovazione e la qualità dell’insegnamento.

Nonostante le intenzioni positive, la riforma ha suscitato dibattiti. Ad esempio, l’Associazione Nazionale Docenti Universitari (ANDU) ha espresso preoccupazioni, elencando sette motivi per cui la riforma potrebbe non essere efficace, tra cui il rischio di sovraffollamento nelle aule e l’incertezza sulla reale capacità delle università di gestire un numero elevato di studenti nel semestre filtro.

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