Cosa fare da grande? È questo il dubbio col quale la maggior parte dei giovani si trova a confrontarsi ad un certo punto della propria vita. La risposta non è né immediata né semplice.
Cosa fare da grande? È questo il dubbio col quale la maggior parte dei giovani si trova a confrontarsi ad un certo punto della propria vita. La risposta non è né immediata né semplice.
Dall’8 al 14 marzo torna la Digital Talent Week, e questa volta il focus è su STEM & Business Innovation. Si tratta di una fiera del recruiting, organizzata interamente online da CVing, realtà italiana digitale focalizzata nell’e-recruiting, rivolta a laureati, laureandi e professionisti specializzati nelle discipline STEM:
Chi partecipaerà potrà visitare oltre 20 stand virtuali di aziende nazionali e internazionali, aderiscono all’iniziativa anche numerosi istituti universitari e aziende no profit. Sul piatto oltre 200 opportunità lavorative disponibili, che spaziano dal Backend Developer al Corporate Finance Analyst, dal Java Developer al Data Engineer.
In quest articolo vogliamo spiegare in modo semplice e intuitivo cosa sono e quali sono le caratteristiche delle competenze trasversali o soft skill.
La veloce trasformazione del mondo del lavoro in corso in questi ultimi anni continuerà ancora nel futuro e ciò rende difficile individuare quali competenze specifiche (o hard skill) saranno effettivamente importanti poiché è strettamente connesso ai profili professionali emergenti, sui quali vi sono molti punti interrogativi.
In questo scenario si assiste oggi a quella che potremmo definire ‘la rivincita delle competenze trasversali e delle soft skills: il termine soft skill non è nuovissimo, ha cominciato a essere utilizzato negli anni ’60, ma le competenze cui si riferisce sono state per tanto tempo considerate ancillari rispetto alle più solide hard skill. Visione ormai obsoleta.
In Italia lo si definisce (a volte con una punta di critica) il “popolo delle partite IVA”. Nel mondo si chiamano lavoratori freelance, coloro che svolgono la propria professione in forma autonoma e sono gli unici boss di se stessi.
Una categoria oggi al centro dell’attenzione anche come fenomeno sociale, perché cresce moltissimo, cresce la voglia dei giovani di lavorare in proprio, cresce il numero di professioni digitali che si possono fare e ci sono molte piattaforme che aiutano a trovare occupazione. Ma vediamo prima cosa significa essere un freelancer.
Se vuoi diventare un freelancer o stai cercando piattaforme per lavorare studiando, sei nel posto giusto.
Lavorare studiando non è semplice, ma spesso necessario per avere qualche soldo in tasca e fare esperienza. Oggigiorno una delle attività lavorative molto popolare tra gli studenti universitari è quella del ‘runner’ per le società che consegnano pacchi e cibo a domicilio, come Amazon o Deliveroo. Ma il mondo digitale non offre solo queste possibilità: esistono alternative molto interessanti sviluppate da startup italiane. Ecco 5 piattaforme che ti permettono di guadagnare mettendo a frutto le tue vere capacità.
Secondo un recente studio realizzato del World Economic Forum intitolato The Future of Jobs Report 2020 nella top ten delle professioni digitali che vedranno una crescita della domanda da parte delle aziende nel prossimo immediato futuro c’è anche la figura dello sviluppatore software. Appassionato, creativo e di mentalità aperta, lo sviluppatore si muove agilmente attraverso una miriade di dati che organizza in stringhe di codice capaci di dare vita ad applicazioni e sistemi informatici complessi.
Ti piacerebbe lavorare in una delle società internazionali più all’avanguardia e innovative al mondo? La rivista Fortune ha realizzato il portale “Change the world list” in cui presenta una classifica di tali organizzazioni e tra di esse ve ne sono una dozzina che in questo momento cercano nuovi talenti da inserire in azienda. Ecco quali sono e i suggerimenti per affrontare i colloqui di lavoro.
Come trovare lavoro? Questa domanda ci pone davanti a moltissime incertezze su cosa scrivere nel curriculum, come presentarci, come rispondere alle domande di un colloquio, persino come vestirci per un incontro.
Anche quando ci candidiamo per una specifica offerta e quindi conosciamo l’azienda che assume e che profilo esattamente sta cercando, i dubbi rimangono tutti: come faccio a differenziarmi dagli altri candidati, cosa vogliono davvero i recruiter? Ecco alcune risposte.
Come vi avevamo accennato nell’articolo “15 Regole d’oro per scrivere un CV (curriculum) vincente”, se state inviando la vostra candidatura per una posizione aperta, per colpire positivamente le risorse umane che si occuperanno della selezione, non è sufficiente fornire un buon curriculum.