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Green skills, perché acquisire competenze in materia di sostenibilità è sempre più importante



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Sono sempre più richieste nel mondo del lavoro, perché aiutano a ridurre l’impatto ambientale delle attività umane e a promuovere modelli economici più sostenibili. Una guida

Pubblicato il 20 feb 2025



green skills

Di sostenibilità ne sentiamo parlare quotidianamente, ed è doveroso continuare a farlo in maniera costruttiva. Nessun ambito della nostra vita è ormai esente dall’argomento e anche nel mondo del lavoro c’è sempre più necessità di professionisti che possiedono competenze green (green skills), in ogni settore.

A confermarlo è il Global Green Skills Report 2024 di LinkedIn, secondo cui tra il 2021 e il 2024 la domanda globale di competenze green è cresciuta in media del 5,9% all’anno.

Cosa sono le green skills e perché sono importanti?

Le green skills, o competenze verdi, sono tutte quelle abilità, conoscenze e attitudini che permettono di lavorare in modo sostenibile, contribuendo alla protezione dell’ambiente e alla transizione ecologica. Sono sempre più richieste nel mondo del lavoro, perché aiutano a ridurre l’impatto ambientale delle attività umane e a promuovere modelli economici più sostenibili. Basti pensare che anche i green jobs si stanno diffondendo sempre più.

Queste competenze si dividono in due grandi categorie: quelle tecniche e quelle trasversali. Le prime riguardano la conoscenza delle energie rinnovabili, l’uso efficiente delle risorse naturali, la gestione dei rifiuti, la riduzione delle emissioni inquinanti e l’applicazione di soluzioni ecosostenibili nell’edilizia e nella produzione industriale. Le competenze trasversali, invece, includono la capacità di risolvere problemi in ottica sostenibile, di adattarsi ai cambiamenti della transizione ecologica, di lavorare in squadra per promuovere la sostenibilità e di integrare la responsabilità ambientale nelle decisioni quotidiane.

L’importanza delle green skills è legata al fatto che il mondo del lavoro sta evolvendo rapidamente. Settori come l’edilizia, l’industria, l’agricoltura e i trasporti stanno adottando soluzioni più ecologiche e, come abbiamo visto, le aziende cercano sempre più professionisti in grado di gestire la sostenibilità in modo efficace.

Quali professionisti devono acquisire le competenze green

Tuttavia, queste competenze non riguardano solo chi lavora direttamente in ambiti ambientali, ma sono sempre più necessarie anche in professioni tradizionali come il marketing, la finanza e la gestione aziendale. Oggi, saper integrare la sostenibilità nelle strategie di business o nei processi produttivi è un valore aggiunto in qualsiasi ambito lavorativo.

Facciamo degli esempi pratici: un tecnico delle energie rinnovabili, per esempio, deve conoscere il funzionamento e la manutenzione di impianti solari ed eolici, mentre un consulente ambientale aiuta le aziende a ridurre il proprio impatto ecologico attraverso strategie mirate. Anche un agricoltore, se specializzato in tecniche biologiche, utilizza pratiche sostenibili per ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici. Un esperto di economia circolare, invece, lavora per sviluppare strategie che riducano gli sprechi, favorendo il riciclo e il riuso delle materie prime.

Le green skills scarseggiano

La buona notizia, quindi, è che la richiesta di professionisti green c’è ed è destinata ad aumentare, la cattiva è che, purtroppo, a mancare è la forza lavoro qualificata.

Basti pensare che ben il 20% delle opportunità di lavoro nelle quali sono richieste competenze green entro il 2030 è destinato a rimanere “insoddisfatto” proprio perché è difficile trovare sul mercato figure con questa capacità. La percentuale sale addirittura al 50% se si allunga l’orizzonte temporale al 2050.

In Italia siamo competenti in ambito green?

Anche nel nostro Paese nell’ultimo periodo è aumentata nettamente la richiesta di competenze “verdi”: sempre secondo il report, infatti, l’8,27% delle offerte di lavoro su LinkedIn in Italia nel 2024 ha riguardato professioni green. Emerge anche che i professionisti con un job title green o competenze legate alla sostenibilità sono il 17%, il 4,63% rispetto al 2023.

Le green skills più richieste

Secondo il Green General Skill Index di UNIDO (United Nations Industrial Development Organization), le competenze verdi sempre più richieste dalle aziende si suddividono in 4 categorie:

  1. Competenze ingegneristiche e tecniche, cioè quelle legate alla progettazione, costruzione e valutazione della tecnologia e che solitamente possiedono ingegneri e tecnici. Servono per dar vita a edifici ecologici, per lavorare sull’energia rinnovabile e per fare ricerca e sviluppo sul risparmio energetico;
  2. Competenze nella gestione delle operazioni, che richiedono una certa conoscenza del cambiamento della struttura organizzativa necessaria per accompagnare l’azienda nella transazione ecologica e per gestire tutte le attività legate alla sostenibilità. Si tratta di skill importanti, ad esempio, per gli ingegneri di vendita, gli analisti del cambiamento climatico, gli specialisti e i responsabili della sostenibilità e coloro che pianificano i trasporti;
  3. Competenze scientifiche derivanti, ad esempio, da biologia e fisica. Sono particolarmente richieste in tutte le fasi della catena del valore di un’azienda e nel settore dei servizi pubblici come i fornitori di servizi essenziali (acqua, fognature, energia…);
  4. Competenze di monitoraggio, che servono a valutare il rispetto dei criteri tecnici e legali delle attività aziendali. Sono, ad esempio, gli ispettori di conformità ambientale, i tecnici di monitoraggio nucleare e gli assistenti legali.

Cosa si può fare per rimediare alla carenza di competenze green?

È chiaro che ci sia un’urgenza da affrontare per colmare il gap tra domanda e offerta di green skill sul mercato del lavoro. Ma come bisogna agire?

Intanto, le istituzioni giocano un ruolo fondamentale: sta ai governi dei diversi paesi ad impegnarsi ad includere un tema di formazione, riqualificazione e aggiornamento professionale all’interno delle politiche climatiche. Non solo, le competenze green andrebbero inserite anche nelle norme che regolano la riduzione delle emissioni di CO2.

Un lavoro, quello dei governi, che deve andare di pari passo con un impegno da parte delle imprese nel comprendere quali competenze verdi sono necessarie e proporre, di conseguenza, programmi di riqualificazione e formazione professionali mirati e personalizzati.

Ma qualcosa lo possono fare anche i professionisti, e soprattutto i giovani che vogliono intraprendere una carriera nel mondo della sostenibilità. Dalla ricerca è emerso che il rafforzamento delle skill digitali e STEM aumenta le possibilità di accedere ai green job.

Il soffitto di cristallo esiste anche nel mondo green

Quando parliamo di “glass ceiling”, ci riferiamo alla metafora utilizzata per spiegare gli ostacoli reali (duri, tangibili e talvolta insormontabili, come può essere un soffitto di cristallo) ma inizialmente invisibili, “trasparenti”, che le donne (ma anche categorie sociali marginalizzate) incontrano nel loro percorso di carriera, e che non permettono loro di arrivare ai vertici o arrivarci con molta fatica.

Ecco, questo soffitto di cristallo è presente anche nei lavori in cui sono fondamentali le green skill e le posizioni di leadership connesse. Dalla ricerca è emerso che nonostante negli ultimi due anni le donne siano entrate nel bacino dei talenti green con un ritmo superiore rispetto agli uomini, la crescita non basta a colmare il gap, per arrivarci dovrebbe essere 4 volte più veloce. In Italia, ad esempio, solo solo una donna su dieci possiede queste competenze a livello globale, contro quasi un uomo su cinque.

E anche per quanto riguarda le posizioni apicali della green economy, a livello globale sono ricoperte da donne solo per il 20%, percentuale che nell’economia generale (seppur bassa) sale al 27%. Questo significa che la sottorappresentazione del genere femminile nei settori della sostenibilità è molto pronunciata, più che in altri settori.

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