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    Home » Fare Carriera » Lavorare all’estero: la fuga di cervelli è solo strategia
    lavorare all'estero

    Lavorare all’estero: la fuga di cervelli è solo strategia

    17 Febbraio 2021
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    Quante volte sentiamo parlare con preoccupazione della fuga di cervelli, intendendo con ciò la scelta dei laureati italiani di volare all’estero dopo la laurea? In realtà studiare nel proprio Paese e andare a lavorare all’estero non succede solo in Italia e non è per tutti una ‘maledetta necessità’, ma una precisa scelta strategica per lo sviluppo della propria carriera professionale. Ecco le storie di  Zoe, Carolina e Sara, che lavorano nella stessa impresa innovativa.

    Il 32% delle persone che lasciano l’Italia per cercare lavoro all’estero, sono laureati e sono soprattutto  donne laureate (circa il 35%), più che uomini (il 30%), secondo il rapporto “Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche” dell’Istat.

    Molti dibattiti si aprono intorno al tema denominato ‘fuga di cervelli’, spesso osservato solo da una determinata angolazione, solitamente quella più negativa che legge il fenomeno come una scelta obbligata a causa delle minori opportunità di lavoro, di trattamento retributivo e di carriera, nel nostro Paese.

    In realtà non è sempre così: lavorare all’estero stabilmente o ricercare esperienze temporanee è un passo necessario per strutturare le competenze apprese durante il percorso di studi e ottimizzarle in un contesto internazionale. In aggiunta, secondo una ricerca sviluppata da Fluentify, il 50% degli HR Manager italiani intervistati, ritiene che saper padroneggiare una o più lingue estere è un vantaggio competitivo da non sottovalutare. Trasferirsi all’estero dopo il conseguimento del diploma di laurea, diventa dunque più che una scelta costretta, una mossa strategica al fine di arricchire il proprio curriculum, imparare nuove lingue e dare spessore a ciò che si è appreso durante l’università.

    Indice degli argomenti

    • Lavorare all’estero: la Germania e Berlino come poli attrattivi per studenti e laureati italiani
    • La storia di Carolina, Zoe e Sara: tre expat a Berlino
    • Lavorare all’estero: come si attirano i giovani talenti

    Lavorare all’estero: la Germania e Berlino come poli attrattivi per studenti e laureati italiani

    In molti, durante il percorso di studi, decidono di partecipare a progetti di scambio come l’Erasmus e l’Erasmus+ che permettono agli studenti universitari di vivere un’esperienza di studio o di lavoro all’estero. Sono circa 48mila gli studenti e i laureati italiani partiti con i progetti Erasmus quest’anno, il 17% in più rispetto al 2018 mentre 27mila studenti europei hanno scelto l’Italia come destinazione per il loro viaggio.

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    Un trend che continua a crescere anche grazie alle possibilità che regala un’esperienza di lavoro all’estero in cui il work life balance è un asset imprescindibile e su cui si è molto focalizzati.

    Dopo l’annuncio della Brexit, il nuovo polo attrattivo degli studenti e dei laureati italiani è sicuramente la Germania: dai dati del “Rapporto italiani nel mondo” si è visto che lo stato tedesco ha tolto il primato all’Inghilterra per numero di nuovi arrivi (20mila solo nel 2018) rendendo Berlino la nuova Londra.

    La storia di Carolina, Zoe e Sara: tre expat a Berlino

    Carolina, Zoe e Sara, rispettivamente Head of International Account Management e Account Manager di financeAds International, azienda tedesca che aiuta banche e assicurazioni ad acquisire nuovi clienti, sono un esempio virtuoso e concreto dei benefici dello studiare e/o lavorare all’estero per i giovani italiani che partono per la Germania in cerca di opportunità. Hanno background molto diversi, vengono da città e culture differenti ma le loro strade si sono incontrate a Berlino, quando sono state assunte da Alvise Perissinotto, Managing Director dell’azienda.

    Carolina Rodriguez ha origini colombiane, ha un master comunicazione d’impresa, vive in Germania da 10 anni ed è in financeAds International da circa 3 anni con un ruolo che le permette di gestire tutti gli account manager in Europa; Zoe Balzano, invece, ha origini italo americane, parla sei lingue e dopo la laurea in relazioni internazionali e piccole esperienze come freelance, ha iniziato il suo percorso; Sara Pau, infine, mentre studiava economia e gestione aziendale, ha aderito al progetto Erasmus che l’ha portata da Cagliari alla Polonia e poi in Germania, dove ha trovato in financeAds International il posto più giusto in cui strutturare la sua carriera.

    “Il lavoro in financeAds mi ha permesso di integrare ai miei studi altre conoscenze e di irrobustire le competenze acquisite avendo a che fare con progetti di diverso tipo e su diversi mercati internazionali. Grazie alla possibilità di fare smart working quando ne abbiamo la necessità, torniamo spesso in Italia e questo migliora notevolmente il nostro lavoro perché avere la fiducia del managing director mi permette di responsabilizzarmi ancora di più nei progetti che mi vengono affidati.” afferma Zoe Balzano.

    I vantaggi di un’esperienza di lavoro all’estero, in una città all’avanguardia come Berlino, riguardano anche l’ambiente di lavoro e gli stimoli che offre. Per esempio, financeAds International è composta in prevalenza da donne (16 vs. 5 uomini), e qui le ragazze hanno trovato il connubio perfetto tra il sogno europeo di realizzazione lavorativa e personale e l’azienda all’avanguardia che non è focalizzata su dinamiche lavorative passate e retrograde, ma guarda al futuro e in qualche modo, lo costruisce.

    “In financeAds International tutti hanno la possibilità di dare il proprio contributo proattivamente perché nonostante abbiamo un managing director e dei country manager a cui rispondere, ogni proposta, anche la mia che sono l’ultima arrivata nel team, viene ascoltata e integrata con il lavoro dell’intero team” spiega Sara Pau.

    Lavorare all’estero: come si attirano i giovani talenti

    Attrarre e trattenere giovani talenti è un’esigenza fondamentale delle aziende, oggi più che mai. Le azioni che un’azienda può intraprendere in questa direzione sono diverse, particolarmente importanti sono la formazione continua, l’attenzione al gender gap, all’inclusione sociale, al work-life balance, al welfare, all’ambiente lavorativo.  financeAds International realizza periodicamente degli incontri dedicati all’empowerment femminile.

    “Nonostante il mondo della finanza e del fintech sia associato all’universo maschile, in financeAds International, invece, siamo per la maggior parte donne. Un gruppo unito che si incontra mensilmente, una volta per una colazione di networking e un’altra per fare formazione su tematiche sfidanti e legate al mondo dell’empowerment femminile così da scardinare le vecchie credenze secondo cui le donne non possono essere legate al mondo finanziario” spiega Carolina Rodriguez.

    In financeAds International, inoltre, il team building è uno degli elementi necessari al fine di portare risultati e di lavorare con produttività e allo stesso tempo flessibilità: alla fine di ogni trimestre tutto il team viaggia in una delle sedi sparse in Europa per fare il punto sull’andamento del lavoro e ogni sei mesi ogni dipendente rivaluta insieme al managing director il suo compenso e il suo posizionamento in azienda.

    “Mettere il team al centro, andare incontro alle sue necessità e creare il percorso più adatto per il singolo al fine di fargli esprimere tutto il suo potenziale. Sono queste le direzioni che ci portano più soddisfazioni sia in termini di qualità della vita lavorativa che in termini di produttività.” conclude Alvise Perissinotto, Managing Director di financeAds International.

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