Leggere la busta paga non è semplice; tutt’altro che un gioco da ragazzi, potremmo dire. Abbiamo visto di quante sezioni si compone e quanto sia importante capire e decifrare il significato di sigle e acronimi presenti. A questo punto, quindi, approfondiamo un altro aspetto altrettanto fondamentale: saper leggere le ferie in busta paga.
Dietro questa voce, infatti, si nascondono informazioni cruciali per comprendere il nostro rapporto con il tempo libero e il lavoro. Ferie maturate, godute e non godute: sono tanti i dettagli che è bene conoscere e saper interpretare. Chiariamo un concetto: nella busta paga, il conteggio delle ferie è accompagnato dalla sigla“O” (che indica le ore) oppure “G” (che indica i giorni).
Differenza tra permessi e ROL
Prima di addentrarci nella lettura delle ferie in busta paga capiamo che differenza c’è tra “permessi” e “ROL” (che sono due voci ricorrenti nel cedolino, e per le quali è bene non fare confusione).
I permessi sono come piccoli “time-out” nel corso della routine lavorativa. Spesso legati a esigenze immediate o imprevisti, consentono ai dipendenti di assentarsi per brevi periodi senza intaccare le ferie accumulate. Al contrario, il ROL – acronimo di “recupero ore lavorate”, permette di compensare eventuali straordinari e di bilanciare le ore in eccesso con momenti di riposo.
Come leggere le ferie nella busta paga: differenza tra ferie maturate, godute e non godute
Per comprendere appieno la voce delle ferie nella busta paga, è essenziale chiarire la distinzione tra ferie maturate, godute e non godute. Le ferie maturate rappresentano il numero di giorni di vacanza accumulati mensilmente in base alle normative contrattuali e legislative. Ogni mese di lavoro aggiunge al nostro “serbatoio” un certo quantitativo di giorni di ferie, solitamente 2.08 per i contratti a tempo indeterminato. Questi giorni costituiscono una sorta di “riserva” che possiamo utilizzare in futuro.
Le ferie godute, al contrario, indicano il numero di giorni effettivamente trascorsi in vacanza. La voce “ferie godute” nella busta paga tiene traccia di questi giorni di “riposo” e fornisce un resoconto del nostro utilizzo delle ferie.
Infine, le ferie non godute rappresentano i giorni di vacanza accumulati, ma che non sono stati ancora utilizzati. Questi giorni possono derivare da varie circostanze, come la scelta di non prendere ferie per un certo periodo o la necessità di rispettare limiti temporali per l’utilizzo. È importante sottolineare che, se non usufruite entro il termine stabilito (di solito entro il 31 dicembre dell’anno successivo alla maturazione), le ferie non godute possono essere monetizzate o persino perse, a seconda delle politiche aziendali e delle normative vigenti (di questo aspetto, ne parliamo meglio sotto).
Come usufruire delle ferie in busta paga
La legge italiana disciplina con precisione le modalità di fruizione delle ferie, offrendo una guida chiara per i lavoratori. Secondo le disposizioni normative:
- Due settimane di ferie devono essere godute nel corso dell’anno di maturazione. Questa finestra temporale offre flessibilità, consentendo al lavoratore di richiedere la fruizione consecutiva dei giorni di pausa se lo desidera.
- Le restanti due settimane di ferie devono essere utilizzate nei 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione. In questo modo, i lavoratori sono liberi di distribuire il loro tempo libero in modo più adatto alle esigenze personali e professionali.
- Per i giorni di ferie rimanenti, la legge lascia spazio alle specifiche indicazioni fornite dai contratti collettivi.
Quanti giorni di ferie al mese si hanno in Italia?
In Italia, il numero di giorni di ferie spettanti ai lavoratori dipende da vari fattori, inclusi i diversi contratti di lavoro e le normative settoriali. Inoltre, il numero di giorni di ferie può variare per i lavoratori del settore pubblico rispetto a quelli del settore privato. Tuttavia, c’è una norma generale che stabilisce il diritto minimo alle ferie per tutti i lavoratori. Vediamo in cosa consiste.
Contratti a tempo indeterminato e determinato
Per i lavoratori a tempo indeterminato, la legge prevede un minimo di 4 settimane di ferie retribuite all’anno, che corrispondono a circa 20 giorni lavorativi. Questo è il diritto minimo garantito a prescindere dal settore o dal tipo di contratto. Al contrario, per i dipendenti assunti a tempo determinato, la quantità di giorni di ferie spettanti è di solito proporzionale alla durata del contratto. Ad esempio, se un lavoratore ha un contratto di sei mesi, avrà diritto a una quantità proporzionale di ferie.
Alcune aziende permettono ai dipendenti di prendere ferie prima che siano completamente maturate. Ma è, comunque, importante capire se questo implica una sorta di “debito” che deve essere restituito in futuro.
Cosa succede se non si usufruisce delle ferie
Cosa succede se non si usufruisce delle ferie? Bella domanda! Diciamo che se un dipendente decide di non utilizzare le ferie accumulate si apre la possibilità di diversi scenari.
Innanzitutto, nel breve termine, la scelta di non prendere ferie può apparire come un modo per accumulare un surplus economico, considerando che le ferie non godute possono essere in alcuni casi monetizzate.
Dal punto di vista delle normative, le ferie non godute generalmente devono essere utilizzate entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello della maturazione. In caso contrario, si corre il rischio di perderle (a meno che, come abbiamo detto, l’azienda non permetta la monetizzazione di tali giorni).
In alcuni casi, infatti, ci possono essere limiti al numero di giorni di ferie che un dipendente può accumulare. Superato un certo limite, potrebbe essere richiesto di utilizzare i giorni accumulati entro un periodo specifico, o si potrebbe rischiare di perderli. C’è un decreto – Il Decreto Legislativo n.66 del 2003 – che parla chiaro: le ferie obbligatorie (le quattro settimane minime) non possono essere sostituite da un’indennità.
Un nostro consiglio? Attenzione al benessere e al burnout: ogni tanto staccare la spina è importante, e anche la produttività ne beneficia.
Segnalazione di errori relativi alle ferie sulla busta paga
Nonostante la presenza sempre più diffusa di software gestionali avanzati, gli errori nelle buste paga possono ancora verificarsi. Ed è per questo che, se si rilevano incongruenze relative alla voce “ferie”, è fondamentale segnalarlo tempestivamente all’ufficio personale o al consulente del lavoro dell’azienda (anche questo è un aspetto molto importante per garantire un clima di fiducia e rispetto reciproco tra lavoratore e datore di lavoro).
Quali sono le festività soppresse nel 2025
Per quanto riguarda le festività soppresse, nel 2025 sono previste le seguenti ex festività:
- San Giuseppe: mercoledì 19 marzo 2025;
- Ascensione: giovedì 29 maggio 2025;
- Corpus Domini: giovedì 19 giugno 2025;
- Festa dell’Unità Nazionale: martedì 4 novembre 2025.
Queste giornate danno diritto a permessi retribuiti, a condizione che in tali date venga effettivamente prestata attività lavorativa o, anche in caso di assenza, sia percepita la retribuzione spettante.
Nel 2025, non ci sono festività civili che cadono di domenica; pertanto, non sono previsti permessi aggiuntivi per il recupero di tali festività.
Inoltre, sono considerate giornate semifestive:
- Vigilia di Ferragosto
- Vigilia di Natale
- 31 dicembre
- Festa patronale di ogni singola località
- Per i colleghi con orario su 6 giorni, la Vigilia di Pasqua
In queste giornate, l’orario di lavoro è ridotto al 66,67% rispetto all’orario ordinario; la riduzione si applica anche ai lavoratori part-time.
Per informazioni dettagliate e aggiornate, è consigliabile consultare le comunicazioni ufficiali del proprio datore di lavoro o le rappresentanze sindacali aziendali.