Studente a tempo pieno o studente lavoratore? Ecco i vantaggi e gli svantaggi

Pubblicato il 28 Gen 2016

studente lavoratore
E’ nota nell’ambiente universitario la presenza di due macro categorie di studenti, quelli a tempo pieno e quelli che oltre a studiare lavorano. I primi vengono visti come figli di papà e benestanti, mentre gli altri come figli di famiglie con un reddito basso e che necessitano di lavorare per pagarsi l’università.

Tutto ciò non è sempre vero, spesso queste supposizioni sono solo dei banali stereotipi. Oltre a quelli economici, ci sono altri motivi importanti dietro a queste scelte, ed entrambe hanno alcuni vantaggi e svantaggi.

Bisogna sapere che non sempre uno studente lavora perché la propria famiglia non ha molte disponibilità economiche. Il lavoro oltre a procurare un profitto, porta moltissimi vantaggi di cui può beneficiare lo studente lavoratore. Il primo vantaggio è quello dell’esperienza, infatti qualsiasi tipo di lavoro part-time si faccia si imparano nuove competenze e abilità lavorative. Questo è un fattore sottovalutato da molti ma fare diversi lavoretti, anche di diversa natura da ciò che si studia, è utile ad ampliare il proprio curriculum e le proprie conoscenze. Oltre a questo, si ha molta più autonomia rispetto a doversi appoggiare sempre ai genitori quando si necessita di soldi, soprattutto perché ad una certa età bisogna cercare di diventare abbastanza indipendenti anche economicamente. Un altro vantaggio intrinseco è quello di essere sottoposti a maggior responsabilità, provando già sulla propria pelle ciò a cui si verrà sottoposti durante le prime esperienze lavorative da neolaureati. Parlando di svantaggi, è naturale che lavorando lo studente ha meno tempo quindi è più difficile studiare con serenità e soprattutto trovare tempo per rilassarsi e staccare un po’ dallo studio e dal lavoro. L’unica soluzione è organizzare al meglio il poco tempo che si ha a disposizione, utilizzando agenda e promemoria.

Lo studente a tempo pieno è molto avvantaggiato dal punto di vista del tempo libero e quindi ha più possibilità di studiare senza fretta e di concedersi alcuni giorni di pausa. Questo è un vantaggio molto importante, soprattutto se si svolge un corso molto impegnativo in cui non bisogna solo studiare e sapere dei concetti, ma anche comprenderne la logica. E’ proprio per questo che la maggioranza degli studenti non lavora o lo fa occasionalmente. L’unico svantaggio è quello di non poter conoscere tutte quelle nuove esperienze che si imparano lavorando e prendendo incarichi da rispettare. Questo non è un aspetto da sottovalutare, soprattutto in vista della fine degli studi e dell’entrata nel mondo del lavoro, in cui sarà molto comodo avere un curriculum pieno non solo di conoscenze ma anche di molte esperienze seppure in contesti e livelli non molto importanti.

E’ difficile dire quale delle due scelte sia quella migliore. Se si è uno studente che riesce, nonostante il lavoro, a passare egregiamente gli esami allora sicuramente si è fatta la scelta giusta. Ma non è facile riuscirci, quindi se si sa di non avere una buona organizzazione del proprio tempo allora conviene studiare a tempo pieno così da concentrarsi solo sullo studio. In ogni caso, ciò che bisogna ricordarsi sempre è che più sacrifici si fanno durante gli studi e più è alta la probabilità di avere successo nella propria carriera universitaria e lavorativa.

L’autore: Ayoub Raji, 22 anni, sta frequentando il corso triennale di Ingegneria Informatica presso l’Università di Bologna e ha concluso il terzo anno di studi. Dal 2013 scrive articoli e guide su un blog dedicato all’informatica ed al supporto agli utenti.

Ha partecipato alla gara “Ti piace scrivere? Aiutaci a creare contenuti per il blog!” perché U2B, oltre ad offrire l’opportunità di fare esperienza, dà la possibilità di condividere i propri pensieri e di dar preziosi consigli agli altri studenti universitari della community.

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