“Da lunedì 2 marzo, nelle aree colpite dal coronavirus, gran parte degli universitari potrà progressivamente tornare a seguire le lezioni sul web grazie all’insegnamento a distanza”. Lo annuncia, con una nota ufficiale, il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi. Ovviamente tra il dire e il fare c’è di mezzo la prontezza degli atenei ad organizzarsi in tal senso. Anche in Cina la direzione presa dai principali atenei internazionali è quella dei corsi online.
L’Universita’ di Bologna ha annunciato la possibilità per gli studenti di seguire le lezioni e interagire in maniera virtuale con una webcam o addirittura allo smartphone, accedendo alla piattaforma web dell’Università. I docenti faranno lezione davanti allo schermo del pc e potranno tenere anche le sessioni d’esame. Addirittura si ipotizzano le lauree via web, come riporta il Corriere di Bologna.
In questi stessi giorni anche gli atenei milanesi Politecnico, Bocconi, Statale si sono organizzati per erogare lezioni a distanza. In generale, gli atenei italiani si stanno attrezzando non solo per ricalendarizzare lezioni, esami e lauree, ma per offrire continuità didattica e così l’e-learning (ovvero l’insegnamento a distanza tramite piattaforme digitali dedicate) è un’opzione che si sta facendo strada, nel caso in cui l’emergenza coronavirus dovesse prolungarsi. (Nei siti delle singole università italiane sono riportate le indicazioni e il piano di azione dello specifico ateneo). Ovviamente saranno avvantaggiate in questo tutte quelle università che negli scorsi anni hanno investito nella digitalizzazione e nella sperimentazione di questa forma di insegnamento e sono quindi già strutturate, tecnicamente e didatticamente, e dovranno solo realizzare una estensione a più corsi e più persone.
Come riporta Agi, ‘Il coronavirus è l’occasione per il più grande esperimento di corsi universitari online’. A cominciare dalla Cina, dove le principali università internazionali come la Duke Kunshan University, la New York University e la Nottingham, che accolgono studenti da tutto il mondo e l’elite degli studenti cinesi, hanno dovuto fare i conti con una devasante emergenza sanitaria proprio all’avvio del secondo semestre.
I corsi online sono apparsi l’unica soluzione possibile per evitare agli studenti di perdere il semestre. Le università si sono così organizzate in tempi record per portare tutti gli insegnamenti di tutto il semestre nella modalità e-learning. Il 24 febbraio sono andate online le prime lezioni e studenti da decine di Paesi – sei dal’Italia – si sono connessi per seguirle.
I sistemi di apprendimento a distanza basati su piattaforme digitali, che negli ultimi anni si vanno diffondendo sempre più (basti pensare al boom delle università telematiche), si stanno dimostrando in grado di rispondere non solo a nuove esigenze di accessibilità all’istruzione superiore e modernizzazione (e anche democratizzazione) dei sistemi educativi, ma anche a situazioni di emergenza.
La didattica digitale, già sdoganata da alcuni anni da tantissimi atenei internazionali e italiani, con l’ emergenza coronavirus sensibilizzerà ulteriormente le università che ancora non l’hanno fatto a investire nel digitale come occasione per garantire un servizio migliore e affrontare il futuro.