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    Home » Vita Universitaria » Fase 2, si ritorna all’università, o forse no…
    università fase 2

    Fase 2, si ritorna all’università, o forse no…

    28 Aprile 2020
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    Arriva la Fase 2, il ritorno scaglionato alla normalità. Nel Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte anche le disposizioni che riguardano proprio l’università, dove potranno riaprire le biblioteche e si tornerà a fare gli esami. Ma, dice il Decreto, solo “a condizione che vi sia un’organizzazione degli spazi e del lavoro tale da ridurre al massimo il rischio di prossimità e di aggregazione e che vengano adottate misure organizzative di prevenzione e protezione”.

    Si torna all’università, ma solo per esami o per accedere alla biblioteca, secondo quanto prevede il DPCM del 26 aprile.
    “Nelle università, nelle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e negli enti pubblici di ricerca possono essere svolti esami, tirocini, attività di ricerca e di laboratorio sperimentale e/o didattico ed esercitazioni, ed è altresì consentito l’utilizzo di biblioteche”, si legge nel testo (pagina 6), dove viene tuttavia precisato che l’organizzazione degli spazi deve essere tale da ridurre rischi di prossimità e aggregazione.
    Una certa ambiguità rimane rispetto agli spostamenti tra regioni, che ancora non sono consentiti se non per motivi di urgenza e di lavoro con debita autocertificazione. Un esame all’università è considerato motivo di urgenza? Dice ancora il Decreto:
    ” A beneficio degli studenti ai quali non è consentita, per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria di cui al presente decreto, la partecipazione alle attività didattiche o curriculari delle Università e delle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica (come potrebbe essere in caso di spostamento tra regioni), tali attività possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni assicurano, laddove ritenuto necessario e in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative, nonché di quelle curriculari, ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico; le assenze maturate dagli studenti di cui alla presente lettera non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni.”

    Sul fronte della didattica la CRUI- Conferenza dei rettori università italiane –  punta a una fase 2 basata su una modalità mista (presenza/distanza), differenziata in base all’evoluzione territoriale della pandemia, spiega in questa nota stampa. Ciò per agevolare esami e sedute di laurea della sessione estiva e preparare un graduale ritorno alla normalità. Nella fase 3 invece, il permanere della modalità mista servirà soprattutto a facilitare il distanziamento sociale, ma anche a garantire la partecipazione agli studenti internazionali e ai pendolari ancora impossibilitati a raggiungere le sedi. Il tutto, ovviamente, orientato dal principio fondamentale della sicurezza di studenti, docenti e personale tecnico amministrativo. E basato su requisiti minimi in termini di distanziamento sociale, sanificazione, accessibilità alle strutture, servizi alla residenzialità e dispositivi di protezione individuale.

    “Più di uno studio ipotizza un possibile riacutizzarsi del contagio con l’arrivo dell’autunno – ha affermato Ferruccio Resta, Presidente Crui e Rettore Politecnico di Milano – Non possiamo farci trovare impreparati. In quest’ottica dobbiamo sfruttare la crisi anche come un’opportunità per ripensare l’università. Abbiamo bisogno di atenei con meno vincoli, con poche regole chiare. Atenei in cui le procedure amministrative siano adeguate a un futuro dematerializzato e a una didattica diversa. Un futuro che è già qui.”

    E’ importante che riparta anche la ricerca

    Purtroppo in questo momento non esistono ancora comunicazioni ufficiali da parte del Ministero dell’Università e Ricerca che diano indicazioni più specifiche, nè per gli studenti, nè per i ricercatori. In ogni caso si dovranno attendere anche le disposizioni regionali e le disposizioni dei singoli Atenei che avranno sempre la facoltà di decidere come organizzarsi nel quadro delle disposizioni del Governo, ovvero potrebbero anche decidere di non riaprire nemmeno per gli esami se non ne fossero in condizione.
    E’ molto importante che possano ripartire presto all’interno delle università anche tutte le attività di ricerca connesse.

    “Nelle università si certificano mascherine, si produce gel igienizzante, si stampano in 3d valvole per i respiratori, si cercano il vaccino e le cure –dice ancora Ferruccio Resta – E’ solo la ricerca a rendere il nostro futuro meno inevitabile. In quest’ottica, a partire dal 4 maggio i laboratori e le altre attività di ricerca, finora fermi o a regime ridotto, devono poter riprendere a pieno. Ne va della nostra capacità di guardare lontano e di fronteggiare le sfide dei prossimi mesi.”

    Il DPCM del 27 aprile

    La distanza sociale sarà fondamentale, in questa seconda fase, ma anche l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, le famose mascherine, il cui uso è decisamente caldeggiato soprattutto in tutti gli ambienti chiusi e obbligatorie nei mezzi pubblici. Proprio su questo fronte, il Presidente ha annunciato la firma da parte del Commissario Arcuri dell’ordinanza che fissa ad un massimo di 0,50 € il prezzo delle cosiddette mascherine chirurgiche.

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    “Nella Fase 2 sarà ancora più importante mantenere le distanze di sicurezza, sarà fondamentale il comportamento di ciascuno di noi. Se vuoi bene all’Italia, devi evitare il rischio che il contagio si diffonda: bisogna rispettare la distanza di sicurezza. Anche nelle relazioni familiarei, con i parenti, bisogna rispettare questa precauzione. Gli scienziati e gli esperti ci dicono che almeno 1 contagio su 4 è nelle relazioni familiari”, prosegue il premier.

    “Vogliamo tutti che il Paese riparta, l’unico modo per convivere con il virus è non ammalarci. Se non rispettiamo la distanza e le precauzioni, la curva risalirà e andrà fuori controllo. Aumenteranno i morti e avremo danni irreversibili per la nostra economia. Se ami l’Italia, permettetemi di dirlo, mantieni le distanze”, dice ancora il Premier. “Il governo dovrà vigilare e dovrà essere pronto a intervenire in maniera tempestiva se la curva epidemiologica dovesse diventare critica. Abbiamo predisposto un meccanismo per tenere la curva sotto controllo e intervenire -prosegue-. Stiamo affrontando una prova molto dura, anche nei prossimi mesi”.

    Per chi non avesse seguito l’intervento di Conte, ecco il video.

    Foto di copertina by Cole Keister on Unsplash

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