Un contributo economico erogato dallo Stato a favore di persone che ricadono in certe condizioni soggettive e di reddito e patrimonio, ecco cos’è il reddito di cittadinanza. Una guida su tutto quello che c’è da sapere
Introdotto col decreto-legge n. 4 del 28 gennaio 2019, il reddito di cittadinanza consiste in un sussidio destinato ai cittadini italiani (o non italiani, ma solo in determinati casi), che si trovano al di sotto della soglia di povertà. Forse è proprio il nome dato a questo strumento che ha creato una certa confusione, a ritenere che il sussidio spetti a qualunque cittadino con un basso reddito, persino allo studente universitario, che generalmente non ha reddito. Vediamo come funziona il reddito di cittadinanza (rdc) e se gli studenti universitari possono ottenerlo.
Cos’è il reddito di cittadinanza e chi sono i beneficiari
Il reddito di cittadinanza è un sussidio, cioè un contributo economico erogato dallo Stato a favore di persone che ricadono in certe condizioni soggettive e di reddito e patrimonio.
La prima cosa da sapere è che, sebbene debba essere richiesto dalla singola persona, è considerato dalla legge come un aiuto economico ai nuclei familiari in possesso cumulativamente, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di determinati requisiti. Infatti è stato concepito come strumento per il contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale.
In pratica, è il nucleo familiare ad essere beneficiario del reddito di cittadinanza (rdc) come dice l’articolo 2 del decreto che tratta dei beneficiari, dicendo ‘Il Rdc è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, dei seguenti requisiti…’
I primi di questi requisiti riguardano la cittadinanza e la residenza.
Il richiedente deve essere cittadino maggiorenne in una delle seguenti condizioni:
- italiano o dell’Unione Europea;
- cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, o apolide in possesso di analogo permesso.
- cittadino di Paesi terzi familiare di cittadino italiano o comunitario – come individuato dall’articolo 2, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 – titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
- titolare di protezione internazionale;
È, inoltre, necessario essere residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.
Il richiedente non deve poi essere sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, nonché esser stato condannato in via definitiva, nei dieci anni precedenti la richiesta, per una serie di reati, cioè deve avere la fedina penale pulita.
Il nucleo familiare
Entrando nel merito di cosa si intenda per nucleo familiare, l’articolo 2 dedica un paragrafo, che possiamo sintetizzare dicendo che il nucleo familiare considerato è quello valido ai fini Isee (con alcune particolarità), in linea di massima corrispondente alla famiglia anagrafica, cioè l’ insieme di persone, conviventi, legate da un vincolo di matrimonio, di parentela, di affinità, di tutela o semplicemente affettivo. I coniugi, anche se divorziati o separati, ma conviventi, sono considerati nucleo familiare, così come i genitori non sposati; il figlio maggiorenne di età inferiore ai 26 anni, anche se non convivente con i genitori fa parte del nucleo familiare dei genitori se è nella condizione di essere a loro carico a fini IRPEF, non è coniugato e non ha figli.
Un figlio è considerato fiscalmente a carico (ai fini Irpef, cioè ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche) se il suo reddito:
- non supera 2.840,51 euro annui, se la sua età è superiore a 24 anni;
- non supera 4mila euro annui, se la sua età non è superiore a 24 anni.
Ne consegue che lo studente di età inferiore ai 26 anni, anche se di fatto non vive con i genitori perché è fuori sede (e magari ha preso diverso domicilio), ma è fiscalmente a loro carico (cioè non fa una propria dichiarazione dei redditi), non è sposato e non ha figli, rientra in quel nucleo familiare genitoriale, quindi lui non ha diritto al reddito di cittadinanza (potrebbero richiederlo eventualmente i suoi genitori, ricorrendo altri presupposti).
I requisiti economici per ottenere il reddito di cittadinanza
Rientrare nei parametri economici stabiliti dalla legge rdc, cumulativamente per il nucleo familiare, è naturalmente basilare visto che la misura è indirizzata a contrastare la povertà.
Il nucleo familiare deve essere in possesso di:
- un valore ISEE inferiore a 9.360 euro (in presenza di minorenni, si considera l’ISEE per prestazioni rivolte ai minorenni);
- il valore del patrimonio immobiliare in Italia e all’estero, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
- valore del patrimonio mobiliare non superiore a 6.000 euro per il single, incrementato in base al numero dei componenti della famiglia (fino a 10.000 euro), alla presenza di più figli (1.000 euro in più per ogni figlio oltre il secondo) o di componenti con disabilità (5.000 euro in più per ogni componente con disabilità e euro 7.500 per ogni componente in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza).
- valore del reddito familiare inferiore a 6.000 euro annui, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare, incrementato di 0,4 per ogni ulteriore componente maggiorenne e di 0,2 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1, ovvero fino ad un massimo di 2,2 nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti componenti in condizione di disabilità grave o di non autosufficienza, come definite ai fini dell’ISEE). Tale soglia è aumentata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di cittadinanza. Se il nucleo familiare risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro.
Inoltre per accedere alla misura è necessario che nessun componente del nucleo familiare possieda:
- autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi antecedenti la richiesta, o autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc oppure motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima volta nei 2 anni antecedenti (sono esclusi gli autoveicoli e i motoveicoli per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità);
- navi e imbarcazioni da diporto (art. 3, c.1, D.lgs. 171/2005).
In questo approfondimento di Agenda Digitale, si legge anche che non hanno diritto al reddito di cittadinanza:
- Soggetti in stato detentivo per la durata della pena, ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a carico dello Stato o altra PA.
- Nuclei che hanno tra i componenti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie.
A quanto ammonta il reddito di cittadinanza?
Non è uguale per tutti, in quanto, come spiegato nell’articolo 3, il beneficio si compone di una parte a integrazione del reddito familiare fino 6.000 euro annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (comma 5 del decreto), oltre che di un’integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione da locazione, pari all’ammontare del canone annuo previsto dal contratto fino a 3.360 annui.
Gli esempi presentati dal Governo dopo l’approvazione del Decreto, indicavano che una persona che vive sola avrà fino a 780 euro al mese di Reddito di cittadinanza e così in crescendo fino a 1.330 euro al mese per una famiglia composta da due adulti e un figlio maggiorenne o due minorenni. Per un single il contributo massimo è di 500 euro, che aumenta a 650 euro se ha un mutuo e di altri 130 euro se vive in affitto. Il beneficio economico è erogato attraverso la Carta Reddito di cittadinanza.
La carta di credito permette di effettuare prelievi di contante entro un limite mensile non superiore ai cento euro per un singolo individuo e permetterà solo spese per acquisti di base.
Il beneficio economico statale è condizionato alla sottoscrizione di un accordo con i centri per l’impiego con il quale ci si impegna a frequentare corsi di formazione e partecipare a lavori socialmente utili. Si dovrà inoltre accettare almeno una delle tre offerte di lavoro che il centro per l’impego potrebbe presentare, pena la perdita del diritto al reddito.
Inps ha rilasciato un simulatore per il calcolo del Reddito di cittadinanza, usufruibile tramite Intranet per gli uffici territoriali dell’ente e i Caf, ma anche dal portale web dell’Istituto per i cittadini, che potranno accedervi anche senza autenticarsi tramite Pin code.
Per sapere come richiedere e come usare il rdc (non tutte le spese sono ammesse) suggeriamo di consultare il sito ufficiale che dovrebbe essere costantemente aggiornato.
Reddito di cittadinanza, novità: cosa succede se si rifiuta il lavoro
A seguito della legge 234 2021, dal 1° gennaio 2022 l’importo mensile del reddito di cittadinanza viene ridotto di 5 euro per ogni mese a partire dal mese successivo a quello in cui si è eventualmente rifiutata un’offerta di lavoro congrua. Sono esclusi dalla riduzione: i nuclei familiari dove non sono presenti componenti con obblighi di lavoro; i nuclei familiari con un soggetto minore di tre anni di età ovvero una persona con disabilità grave; nei casi in cui il beneficio risulti inferiore a 300 euro, moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza. La riduzione del reddito di cittadinanza inoltre viene sospesa dal mese successivo a quello in cui almeno un componente del nucleo familiare abbia avviato attività da lavoro e il beneficio è rideterminato nelle modalità ordinarie.
Gli universitari ha diritto al reddito di cittadinanza? In quali casi?
Diciamo che il tipico studente universitario NON ha diritto al rdc: se ha meno di 26 anni, non ha una famiglia di fatto diversa da quella genitoriale, dei figli, è fiscalmente a carico dei suoi, rientra in questo nucleo familiare. Anche se si è studenti fuori sede e si stringe la cinghia, lo studente tipo non è contemplato da questa misura contro la povertà.
La condizione di ‘universitario’ non ha di per sé nessuna influenza sull’assegnazione del rdc.
Ma esistono eccezioni? Che dire degli universitari fuori corso, o comunque oltre i 26 anni?
Gli over 26, secondo gli esperti del Sole24Ore, potrebbero chiedere il reddito di cittadinanza facendo nucleo familiare separato rispetto alla famiglia di origine. E magari godere, in assenza di una busta paga, della misura massima del sussidio (cioè 500 euro), a cui va sommato – eventualmente – il contributo per l’affitto di 280 euro in misura fissa. E potrebbe goderne anche se percepisce dei redditi (magari fa qualche ‘lavoretto‘) che non superano i massimali previsti dal reddito di cittadinanza: un giovane con un contratto di collaborazione da 450 euro al mese, ad esempio, mentre se il contratto sale a 550 euro, il reddito fiscale sforerebbe il tetto dei 6mila euro annui e quindi il sussidio sarebbe negato.