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    Home » Ricerca del Lavoro » Colloquio di lavoro, stendili con il metodo STRONG
    colloquio di lavoro

    Colloquio di lavoro, stendili con il metodo STRONG

    16 Novembre 2017
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    C’è un libro scritto da un esperto mondiale di pitching, Oren Klaff, che si intitola ‘Pitch anything, la presentazione perfetta’. E’ praticamente un manuale, basato sull’applicazione del metodo STRONG,  che spiega come fare una presentazione efficace di qualsiasi cosa, dal presentare un progetto a potenziali finanziatori, cercare di conquistare un nuovo cliente o chiedere un aumento di stipendio. In teoria è un manuale di marketing e vendita, ma abbiamo provato ad applicarlo alla presentazione di se stessi in un colloquio di lavoro.

    La parola pitch deriva da ‘elevator pitch‘ vale a dire la comunicazione sintetica ed efficace che, secondo la mitologia del mondo startup, nello spazio-tempo di un giro in ascensare permette alla startup di prensentare la propria idea all’investitore e convincerlo. Pitch è diventato quindi sinonimo di presentazione di un’idea, un progetto, un prodotto, un’azienda, una persona secondo dei canoni di massima sintesi e massima efficacia. Una comunicazione ‘senza scampo’.

    Se dobbiamo affrontare un colloquio per un lavoro al quale davvero teniamo, fondamentalmente quello che dobbiamo fare è ‘saper vendere noi stessi’. Perciò possiamo valutare il metodo STRONG propostocon il suo libro da Klaff, uno dei massimi esperti al mondo di pitching (per mestiere convince banche e venture capitalist a investire
 in progetti e aziende)  che è ben riassunto in questo video.

     

    "Pitch Anything" by Oren Klaff - BOOK SUMMARY

     

    Avrai capito che il metodo STRONG insegna
 a parlare alla parte più primitiva del cervello umano. È basato su anni di sperimentazione e di ricerca nel campo della neurofinanza, e ha l’ambizione di fornire un sistema infallibile per far capitolare il proprio avversario (che nel nostro caso è il potenziale datore di lavoro o HR).

    Innazitutto, STRONG è l’acronimo che sintetizza il metodo in 6 schemi:

    Setting the Frame (crea il contesto)
    Tell the Story (racconta la storia)
    Reveal the Intrigue (rivela l’intrigo)
    Offering the Prize (Offri una ricompensa)
    Nailing the Hookpoint (Raggiungi il punto di aggancio)
    Getting a Decision (Convinci l’investitore o il cliente)

    Tutto il metodo si basa sulla premessa che il nostro cervello sia formato da tre parti principali che influenzano la nostra comunicazione e l’interazione con gli altri:

    – neocorteccia, ha la capacità di problem solving, il pensiero razionale, l’espressione artistica

    – cervello medio, da significato alle cose e alle situazioni sociali

    – cervello primitivo, detto anche croc brain, cioè cervello da coccodrillo: è quello che individua nemici e alleati, filtra tutti i messaggi iniziali e può generare forti reazioni di fuga o di combattimento. Il croc brain vuole informazioni semplici, chiare, intriganti e nuove.

    In una situazione di ‘pitch’ la situazione che si crea è che la nostra neocorteccia parla al croc brain. Come fare in modo che il cervello primitivo si predisponga a riconoscerci come non una minaccia ma un forza positiva e alleata?

    Per sintetizzare (ti lasciamo l’interesse a leggere il libro), l’applicazione del metodo Klaff al settore vendite, che è quello più vicino al ‘vendere se stessi’ di cui parlavamo all’inizio, ricorreremo alle stesse spiegazioni date dall’epserto.

    Secondo quanto Oren Klaff spiega in un suo contributo per il sito di ManagerItalia,  ‘il metodo STRONG è un modo per fornire tutte le informazioni circa il tuo prodotto, la tua azienda e le tue idee e ti aiuta a mettere questi dati nel giusto ordine di modo che risultino ben comprensibili al tuo interlocutore e che sia quest’ultimo a nutrire un vero e proprio desiderio verso la tua idea. Inoltre, ancor più importante, il metodo ti posiziona come una persona di alto profilo e di alto livello che deve essere ascoltata e presa in considerazione in modo serio’.

    Parafrasendo, questo metodo ti aiuta a mettere insieme e a saperle usare correttamente le informazioni fondamentali su di te, il tuo background, le tue ambizioni, le tue esperienze, attraverso uno ‘storytelling’ che affascina e tiene alta l’attenzione. Proviamo a interpretare in ottica colloquio di lavoro anche le successive considerazioni di Klaff (quelle originali qui):

    1. Durante l’incontro, fai capire che il tuo tempo vale: non sei il disperato che vede in quella occasione la sua ultima spiaggia. Sei un giovane di talento che tante aziende cercano. Tara questo aspetto in funzione del tuo curriculum, se hai un percorso degno di nota puoi osare senza diventare arrogante; se è nella media dai valore agli aspetti più interessanti e fai intuire che ti stai dando molto da fare per trovare l’azienda in cui vorresti lavorare, che stai vagliando diverse opportunità.
    2. Riduci i tempi. Se l’incontro deve durare mezz’ora, questo tempo deve essere per te sufficiente a esprimere tutto quello che pensi sia importante, non contare sul fatto che te ne sarà concesso di più,  ma sei poi si prolunga è quasi sempre un buon segno, sfruttalo eventualmente (se hai finito le cartucce sulle tue esperienze) per conoscere meglio l’azienda che hai di fronte, facendo domande (magari hai letto un articolo su di loro recentemente?) e facendo parlare i tuoi interlocutori. Su come fare vedi il punto successivo.
    3. Non eccedere in complimenti e lodi per quell’azienda solo per ingraziarteli e guadagnare punti.      Se esageri alla fine suoni falso e tutto quello che hai detto, anche su di te, suonerà stonato. Quando si dice che le aziende oggi hanno bisogno di talenti, si vuole mettere l’accento sul fatto che oggi a nessuno interessano i signor. Fantozzi, personaggi asserviti, mediocri e poco propositivi. Servono persone grintose, capaci di mettersi in gioco, di tirar fuori idee nuove, talvolta anche sfidando lo status quo. Con i modi della buona educazione e della delicatezza puoi dunque cogliere l’occasione per tirar fuori cosa non ti piace di quell’azienda, perchè e come risolveresti il problema.
    4. Fagli sapere che sei esigente nello scegliere con chi lavori. Non stai semplicemente cercando uno stipendio, ma un’azienda che opera in un settore che ti interessa e nella quale affinare le tue capacità, crescere e magari proporre le tue idee. Fai in modo che questo punto qui diventi una vera e propria conversazione amichevole con loro, più che un interrogatorio, nel quale tu capisci che cosa loro si aspettano (e offrono) da un nuovo assunto e loro capiscono che tu sei esattamente colui/colei di cui hanno urgente bisogno.

    Pronto per il prossimo colloquio?

     

     

     

     

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