Possedere una laurea in media consente di ottenere un salario superiore del 45% rispetto a quello di un non laureato. Ma non è tutto, ci sono altri motivi per farlo
Una delle domande che molti ragazzi si fanno finite le scuole superiori è “perché laurearsi, se molti trovano lavoro anche senza farlo?”.
Insomma, oggi laurearsi conviene ancora? In un mondo che si trasforma sempre più velocemente decidere di intraprendere un percorso universitario può generare diversi dubbi, soprattutto in funzione di quello che potrebbe essere il ritorno economico di questo sforzo che coinvolge non solo lo studente in termini di tempo, ma tutta la sua famiglia chiamata a dare il proprio supporto per il pagamento delle tasse universitarie, e non solo.
Per fugare alcune incertezze sul perché laurearsi arrivano i numeri rilevati dalla nuova edizione dell’University Report 2022 pubblicato dall’Osservatorio JobPricing, una pratica guida per comprendere le dinamiche odierne del rapporto tra università e salari e fare la scelta più giusta sulla base delle proprie ambizioni di guadagno.
University Report 2022: perché laurearsi “paga”
Diciamolo subito: possedere una laurea in media consente di ottenere un salario superiore del 45% rispetto a quello di un non laureato. Secondo l’University Report 2022, infatti, laurearsi conviene eccome, e conviene ancora di più se si arriva anche ad acquisire un titolo post laurea. La prima grande differenza di retribuzione la si osserva tra diploma e laurea magistrale (+42%) o master di primo livello (+44%). Un’ulteriore crescita significativa avviene con i titoli post-laurea (+15% con Master secondo livello e +16% con PhD rispetto alla sola Laurea magistrale). Il gap cresce con l’età arrivando a +40% per i lavoratori tra i 35-44 anni e a +65% tra i 45-54 anni in considerazione del fatto che un laureato ha davanti a sé un percorso di carriera che gli consentirà di ricoprire ruoli di maggiore responsabilità, e quindi meglio pagati.
In termini di RAL (retribuzione annua lorda), in media con un diploma di scuola professionale si raggiungono i 26.481 euro, con una laurea triennale 30.195 euro, con un master di I livello 42.467 euro, con una laurea magistrale 42.016 euro, con un master di II livello 48.378 euro, e con un dottorato di ricerca anche 48.749 euro. In generale si può dire dunque che vale la regola “maggiore è il titolo di studio, maggiore è la retribuzione”. Tuttavia, è giusto sottolineare che a parità di inquadramento la differenza salariale è minima tra laureati e non, con il titolo di studio che non costituisce di per sé un reale vantaggio retributivo in questa circostanza.
Non tutte le lauree sono uguali, con le STEM si guadagna di più
Appurato perché laurearsi aumenta la probabilità di carriera assicurando una retribuzione più alta, l’University Report 2022 fa presente che non tutte le lauree ottengono lo stesso riscontro sul mercato del lavoro. Prendendo in considerazione la fascia di lavoratori di età compresa tra i 25 e i 34 anni la RAL media più alta si registra tra coloro che posseggono un titolo di studio nel campo dell’ingegneria chimica e dei materiali (33.519 euro). Al contrario, gli studi psico-pedagogici sono quelli a cui si associa il salario medio più basso (27.709 euro). La differenza rispetto alla media retributiva della classe di età 25-34 è dell’11% più alta per gli ingegneri chimici e dei materiali e dell’8,2% più bassa per gli studiosi di scienze pedagogiche e psicologiche.
Nella Top 10 della classifica delle aree disciplinari meglio retribuite troviamo dunque dietro ad Ingegneria chimica e dei materiali in ordine:
- Ingegneria informatica, elettronica e delle telecomunicazioni (33.293 euro);
- Ingegneria meccanica, navale, aeronautica e aerospaziale (33.126 euro);
- Ingegneria gestionale (32.729 euro);
- Scienze matematiche e informatiche (32.201 euro);
- Scienze economiche (32.134 euro); Scienze fisiche (31.931 euro);
- Ingegneria nucleare (31.647 euro); Scienze statistiche (31.326 euro);
- Scienze chimiche (31.235 euro);
- Ingegneria civile e architettura (30.757 euro);
- Scienze giuridiche (30.584 euro);
- Scienze mediche (29.893 euro);
- Scienze biologiche (29.803 euro);
- Scienze politiche e sociali (29.565 euro).
In fondo alla classifica, infine, le facoltà di taglio umanistico: Lingue e letterature straniere moderne (28.457 euro); Scienze storiche e filosofiche (28.357 euro); Scienze pedagogiche e psicologiche (27.709 euro).
È evidente come le discipline tecnico scientifiche, dette STEM (acronimo dall’inglese Science, Technology, Engineering e Mathematics) rappresentano oggi le lauree più richieste nel mondo del lavoro, e dunque le più pagate.