Famosi per puntualità e precisione, gli svizzeri sono abili anche a prevedere i bisogni delle imprese. In anticipo sui tempi, già 15 anni fa introducevano soft skill relazionali e gestionali tra le abilità da sviluppare nel percorso duale degli apprendisti meccanici, che alternano settimane in aula presso la scuola professionale e settimane in azienda per imparare il mestiere.
«Ormai da anni ci siamo focalizzati anche su competenze trasversali per gestire la complessità e la mutevolezza dei mercati: comunicazione, gestione dei processi e dei conflitti interni e risoluzione dei problemi», spiega Marzio Corda, responsabile formazione di base apprendistato professionale di Schindler – Sede di Locarno in Svizzera.
Nel Gruppo da oltre trent’anni, il manager coordina un team di 20 persone nella formazione. La sede di Locarno produce le schede elettroniche per Schindler, la multinazionale che realizza ascensori e scale mobili, con 70 mila collaboratori nel mondo, di cui 450 a Locarno. Il sito è avanzato tecnologicamente, con linee automatiche di assemblaggio e un magazzino automatico.
Il Premio per la formazione duale
La sede di Locarno ha vinto il premio assoluto “SkillMatch Award” in Svizzera, nella categoria “Grande azienda”, nell’ambito del progetto Interreg di ricerca-azione SKillMatch Insubria, progetto scientifico in corso dal 2018 che coinvolge università, istituzioni e aziende delle Province italiane di Lecco, Como e Varese e del Canton Ticino, in Svizzera. Il riconoscimento premia le imprese che danno maggiore importanza alle attività di formazione, le cosiddette “Learning friendly Company”, per incentivare l’impegno nell’apprendimento.
In particolare, spiega Ornella Larenza, ricercatrice presso il Dipartimento economia aziendale, sanità e sociale della Supsi e responsabile del Progetto SkillMatch Insubria per il Canton Ticino, «con la sua storia consolidata di azienda formatrice, Schindler è un modello di eccellenza nella formazione duale. Contribuisce infatti a contrastare il mismatch sul mercato del lavoro con percorsi di apprendistato innovativi e interdisciplinari, che affiancano alle competenze specifiche del settore meccanico l’attenzione a soft skill quali la capacità di adattamento e di relazione interpersonale. L’azienda è inoltre impegnata nel superamento degli stereotipi di genere, sostenendo le carriere femminili e ha un importante ruolo nel sistema formativo svizzero, operando in rete con le istituzioni pubbliche e private».
Il modello svizzero di apprendistato e il caso Schindler
Sono due i punti di forza del modello svizzero di formazione professionale: il coordinamento tra imprese e istituzioni e tra imprese e scuole professionali. In pratica, le organizzazioni del lavoro segnalano al legislatore i bisogni presenti ed emergenti a livello di competenze e questo, con i tempi tecnici necessari, dà disposizioni di legge per favorirne lo sviluppo nel sistema formativo duale. Così, dai 15 anni in su un giovane può applicare la teoria a un contesto pratico industriale, con un’acquisizione progressiva di competenze e con il supporto di tutor dedicati, comprese figure manageriali.
«Da noi è molto sentito il giving back, il restituire agli altri quanto ricevuto per primi, soprattutto da parte di chi ha iniziato da apprendista ed è cresciuto nel tempo. Il reparto apprendistato, infatti, non è isolato dai processi produttivi o dal reparto qualità, perché via via si sperimentano e si mettono in pratica le nozioni acquisite. Quando, a conclusione del percorso, i giovani apprendisti si troveranno a lavorare con professionisti più grandi, riusciranno a connettersi e a relazionarsi con loro con sicurezza e padronanza del mestiere», spiega Marzio Corda.
Schindler è tra le aziende che avviano tanti giovani al mondo del lavoro. Nell’ambito dell’industria metalmeccanica ed elettrica, prepara circa 200 apprendisti a quadriennio su elettronica, automazione e logistica. Con quattro anni di apprendistato si accede alla maturità professionale, che poi dà l’accesso all’università, ma ci si può anche fermare ai quattro anni professionalizzanti. L’apprendistato dà infatti la formazione di base, che fornisce gli attrezzi del mestiere. L’output è l’abilitazione al lavoro, con un attestato federale di capacità, mentre per diventare tecnici servono successive scuole di specializzazione e università.
Carenza di competenze anche in Canton Ticino
Nonostante un sistema duale “scuola-impresa” consolidato, ormai anche il Canton Ticino vive una certa difficoltà a trovare operatori per le proprie aziende.
«Con l’incertezza del mercato e il forte ricambio generazionale, non è sempre facile trovare nuove leve da avviare al lavoro in fabbrica. Aumentano i giovani che preferiscono proseguire gli studi, in una percentuale opposta rispetto a quella della Svizzera tedesca: se lì il 60% sceglie la formazione duale e il 40% gli studi superiori, nella Svizzera italiana i numeri si invertono. Le industrie della Svizzera tedesca sono infatti più attrattive per dimensioni e capacità di assorbimento», commenta Corda.
Ma non tutti scelgono di cambiare Cantone, molti semplicemente proseguono gli studi dopo l’apprendistato. «In diversi casi poi tornano in Schindler da laureati e specializzati in funzioni chiave, sia a Locarno, sia a Ebikon nel Canton Lucerna. C’è dunque anche un ritorno in recruiting ed employer branding dallo sforzo che compiamo in formazione. Ormai sono un numero residuale gli apprendisti che si fermano alla formazione duale e poi iniziano a lavorare, perché c’è sempre più domanda di specializzazione, con la richiesta di sviluppare nuove competenze digitali e tecnologiche», precisa Anna Bastone, responsabile Risorse Umane Schindler Locarno.
Schindler: più marketing della formazione professionale
Per stimolare un rinnovato interesse per il lavoro in fabbrica, l’azienda svizzera ha iniziato ad aprire le porte al territorio: «C’è ancora un pregiudizio sul lavoro in fabbrica come se fosse sporco e faticoso, mentre ormai coinvolge competenze informatiche, di supervisione e coordinamento», racconta Corda.
Sono state potenziate le iniziative con istituzioni e servizi di orientamento, con alcune “giornate di sperimentazione” per far scoprire le nuove professioni digitali e robotiche, per esempio.
«Questo lavoro di informazione dev’essere continuo. Ci impegna moltissimo il marketing della formazione professionale per individuare i profili adeguati da inserire, motivati e con la giusta attitudine», aggiunge il manager. L’impegno si è intensificato anche verso le ragazze, che in Schindler sono ancora presenti in una percentuale di 1 a 20. A novembre, in occasione della Giornata “Nuovo futuro”, Schindler apre le porte proprio a loro per avvicinarle alla fabbrica di domani.