Lo squilibrio fra Meridione e Settentrione italiani non vede miglioramenti sostanziali da 40 anni. Fra i piani di incentivi creati per colmare il divario, “Resto al Sud” di Invitalia vuole finanziare la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali e libero professionali nel Sud Italia
Lorenza Luzzati
Collaboratrice editoriale
Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, di proprietà del Ministero dell’Economia, ha lanciato “Resto al Sud”, un piano di incentivi per la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali nel Sud Italia, destinati a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 55 anni.
«Il Pil pro capite è al Sud il 55% di quello del Nord. È un divario enorme». Questi dati allarmanti sono stati presentati e commentati dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, durante il Forum ‘Verso Sud’, che si è tenuto il 13 e 14 maggio a Sorrento. Secondo il ministro, dopo una fase di forte recupero nel dopoguerra, dagli Anni ‘80 non sono stati fatti sostanziali progressi per sanare gli squilibri interni al Paese.
Oggi, quando si parla di interventi per migliorare la situazione si pensa subito al PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Infatti, secondo le previsioni del Ministero per il Sud e la coesione territoriale, l’impatto stimato del Piano sulla crescita del PIL nazionale nel quinquennio 2021-2026 sarà di circa il 16%. Si stima che, nel periodo considerato, il PIL del Mezzogiorno aumenterà del 24% circa rispetto al valore assoluto del 2020.
Ma il PNRR non è certo l’unica misura in essere per colmare il divario. Un piano di incentivi importantissimo per favorire la crescita economica nel Meridione, introdotto già nel giugno 2017 dal Decreto Legge n. 91, è “Resto al Sud”, gestito da Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, impegnata nel rilancio delle aree di crisi, che opera soprattutto nel Sud del Paese. Negli ultimi 3 anni questo progetto è stato esteso a un maggior numero di beneficiari e di territori.
Come funzionano gli incentivi di “Resto al Sud”
I fondi a disposizione ammontano a un totale di 1 miliardo e 250 milioni di euro.
I tipi di attività finanziabili sono:
- attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura (sono però escluse le attività agricole)
- fornitura di servizi alle imprese e alle persone
- turismo
- commercio
- attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria)
Possono essere finanziate le seguenti spese:
- ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa)
- macchinari, impianti e attrezzature nuovi
- programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione
- spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) fino a massimo il 20% del programma di spesa
Non sono invece coperte le spese di progettazione e promozionali, le spese per le consulenze e per il personale dipendente.
“Resto al Sud” copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro per le società composte da quattro soci. Il finanziamento massimo può arrivare a 60.000 euro solo nel caso di imprese costituite da un’unica persona (con un solo soggetto proponente).
Le agevolazioni sono così composte:
- 50% di contributo a fondo perduto;
- 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.
È previsto un ulteriore contributo a fondo perduto:
- 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;
- fino a un massimo di 40.000 euro per le società.
Il contributo viene erogato al completamento del programma di spesa, contestualmente al saldo dei contributi concessi.
I criteri per accedere al finanziamento
Per poter usufruire dei finanziamenti bisogna rispettare solo due condizioni.
Residenza in una delle seguenti aree:
- Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia
- aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria)
- isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord
Età compresa tra i 18 e i 55 anni (ma non ci sono limiti di età per i 24 Comuni compresi nelle aree del cratere sismico del Centro Italia nei quali più del 50% degli edifici è stato dichiarato inagibile).
Non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo.
Qui le istruzioni per presentare la domanda.