Il numero di imprese sociali in Europa è in aumento e in molti Paesi si stanno introducendo nuove leggi e azioni di sostegno per favorire lo sviluppo di questo tipo di attività economiche. I mercati, il pubblico così come quello privato, offrono nuove opportunità per le imprese sociali sia nella fase di start up sia nella crescita e sviluppo delle iniziative. Lo rivela il rapporto “Social enterprises and their eco-systems: A European mapping report” della Commissione europea, noi ti forniamo anche una piccola guida in 10 passi per capire da dove partire per diventare un “socialpreneur”.
L’impresa sociale. Cos’è?
Partiamo dal definire che cosa l’impresa sociale NON è: non è un ente di beneficenza e non è una onlus. Piuttosto si tratta di un’impresa a tutti gli effetti che però ha come attività principale l’erogazione di beni o di servizi di utilità sociale. Deve ricavare il 70% dei suoi proventi dalla sua sola attività ed è tenuta a reinvestire i suoi guadagni e in nessun caso a ridistribuire gli utili, neppure indirettamente.
Per approfondire, ti rimandiamo alla pagina dedicata del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Quindi cosa fa?
I campi di azione delle imprese sociali sono, per lo più l’assistenza socio-sanitaria, la formazione scolastica ed extra scolastica, la tutela dell’ambiente, il patrimonio artistico culturale. Ma anche la promozione turistica, l’assistenza agli anziani e ai minori, i servizi di accompagnamento e cura.
Oppure…
Indipendentemente dai settori di attività ammessi, possono acquisire il titolo di impresa sociale anche tutte le organizzazioni che esercitano attività che impiegano, almeno per il 30%, personale svantaggiato o disabile
Voglio aprire un’impresa sociale. Da dove comincio?
Dalla stesura di un business plan che costituisce il progetto e l’architettura della vostra impresa. Con quello potrete presentarvi ai vostri eventuali finanziatori, indicando fonti di reddito, bacino di utenza, servizi offerti, e costi.
Mi spettano agevolazioni fiscali?
Non in modo particolare. L’impresa sociale è in linea di massima sottoposta a tassazione come tutti gli altri soggetti che producono reddito d’impresa in via prevalente (società o enti commerciali).
E se sono una startup?
In quel caso sì, ma solo in quanto startup, non in quanto impresa sociale: l’aliquota Irpef è più bassa e all’inizio si è esenti dal versamento del diritto camerale. Avviando un’impresa sociale si possono avere delle detrazioni del 25% per le persona fisiche e del 27% per le persone giuridiche.
Mi spettano finanziamenti particolari?
Sì. Tutte le imprese sociali, innovative o meno che siano, possono beneficiare di finanziamenti pubblici a fondo perduto o agevolati.
A chi posso rivolgermi?
Agli enti pubblici in primo luogo: esistono numerosi bandi regionali, comunali ed europei che mettono a disposizione numerosi fondi, alcuni dei quali a fondo perduto. Poi ci sono le fondazioni e i business angel, per i quali, una volta di più è vitale avere un buon business plan.
A chi posso rivolgermi per una sede?
Per non spendere un capitale una buona soluzione potrebbe essere quella degli incubatori, che offrono a prezzi calmierati, oltre che lo spazio fisico anche una serie di servizi comuni (reception, centralino telefonico, fotocopiatrici ecc) e di assistenza e consulenza personalizzata (a livello amministrativo, finanziario, commerciale, giuridico).
E che agevolazioni mi spettano per il personale?
L’impresa sociale, a differenza di altre, può servirsi fino al 50% del suo personale, di lavoratori volontari.
(originariamente pubblicato da EconomyUp)
Ti suggeriamo anche la lettura di:
- L’utile senza gli utili – Guida alla creazione d’impresa sociale realizzata da Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma (del 2009, da tenere in cosiderazione eventuali aggiornamenti legislativi della Riforma del terzo settore)
- Terzo settore: impresa sociale e società benefit a confronto di Ipsoa
- Articolo “L’impresa sociale è anche startup”
- Sito Iris Network – Istituti di ricerca sull’impresa sociale