Il Piano Giovani 2021, presentato da 48 realtà giovanili italiane al Governo affinchè possa contribuire allo sviluppo di azioni concrete per il futuro dei giovani in questo Paese, è un documento di oltre 70 pagine di proposte che ruotano intorno a 3 macro-obiettivi: Società Inclusiva, Cultura dell’Innovazione e Sostenibilità Ambientale. Ci sono tante proposte interessanti, vediamo le idee in ambito universitario e per il lavoro.
Come molti voi sapranno nei mesi scorsi c’è stata una fortissima mobilitazione dei giovani, degli universitari e non solo, che consapevoli del grave momento che si sta vivendo, per via della pandemia ma anche delle emergenze climatiche e sociali, hanno tirato fuori grinta, idee, voglia di partecipare alla vita politica del Paese. Anche perchè, quando si parla di futuro è proprio dei giovani che in fondo si sta parlando ed è un vero peccato che non siano essi stessi a sentirsi ed essere coinvolti nella costruzione del domani.
Il bello è che tale spirito si è tradotto subito in azione, grazie alla collaborazione tra tante associazioni e realtà giovanili (Officine Italia , Tortuga, ecc) che si sono organizzate e hanno lavorato a un Piano Giovani 2021 che è stato recentemente consegnato al Presidente del Consiglio Conte e al Governo. Le proposte del documento ruotano intorno a tre macro-obiettivi: Sviluppo Sostenibile, Società Inclusiva, e Cultura dell’Innovazione.
Qui è possibile visionare tutto il documento che è davvero molto interessante e ricco di spunti.
Il Piano si apre con le Cinque richieste per il futuro, oggi.
Alla luce di tali riflessioni, nel presentare questo Piano al Governo e alle istituzioni, oltre a proporre azioni e politiche concrete, avanziamo cinque richieste metodologiche e strutturali, necessarie perché la grande opportunità che abbiamo non resti solo sulla carta e nelle parole che ripetiamo da mesi.
1.Chiediamo che la giustizia intergenerazionale diventi un pilastro fondamentale del nostro ordinamento, un principio che guidi ed ispiri le scelte politiche di oggi nel rispetto del futuro delle nuove generazioni.
2.Chiediamo che tutte le politiche in materia di sviluppo sociale ed economico garantiscano l’equità e la responsabilità intergenerazionale come criteri per l’abbattimento della disuguaglianza tra le generazioni e la piena realizzazione della giustizia sociale.
3.Chiediamo che d’ora in avanti, iniziando con Next Generation EU, le nuove generazioni vengano coinvolte in modo strutturale e sistematico nel dibattito e nelle scelte politiche, con un approccio collaborativo e non meramente consultivo.
4.Chiediamo che prima ancora dei progetti che entreranno a far parte di Next Generation EU venga adottato un piano strategico e non episodico, un piano non di mera ripartenza quanto di visione, che abbia come orizzonte temporale quello delle generazioni le cui risorse, oggi, prendiamo in prestito.
5.Chiediamo che la Legge di Bilancio 2021 e il piano di utilizzo del Next Generation EU prevedano politiche ambiziose e lungimiranti che possano realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e orientare l’azione in tre settori che ci sono particolarmente cari: società inclusiva, cultura dell’innovazione e sostenibilità ambientale.
Le proposte per neolaureati
Ma vogliamo anche copiare quello che ha fatto la redazione di The Good in Town, un magazine che parla di sostenibilità e innovazione, che ha selezionato tre idee in particolare che possono essere realizzate subito.
Premettendo in altre sezioni del piano il tema dello skill mismatch nel mondo del lavoro, la carenza delle competenze che oggi servono (e quindi anche di molti piani di studio), ecc. il Piano propone diverse cose anche per i neolaureati, sia per coloro che vorrebbero entrare nel mondo del lavoro che per quelli che sono interessati alla ricerca. Qui le proposte sono fondamentalemente quattro:
- Riqualificazione dei contratti di stage, tirocinio e praticantato
- Snellimento delle abilitazioni all’esercizio delle professioni
- Competitività (contributi maggiori) alla ricerca
- Riqualificazione del dottorato e supporto alla carriera accademica
Riqualificazione dei contratti di stage, tirocinio e praticantato
Spesso i giovani italiani in cerca di lavoro, in particolare i neolaureati, sono disposti ad accettare lavori non retribuiti pur di arricchire il proprio curriculum e nella speranza di ricevere un’offerta lavorativa una volta concluse queste esperienze lavorative. È fondamentale, dunque, promuovere l’occupazione giovanile e tutelare i lavoratori under-35 con l’eliminazione di politiche ambigue che permettono forme di lavoro non remunerate e non inclusive. L’introduzione dell’obbligo di remunerazione nei contratti di stage, tirocinio e praticantato, anche per tirocini curriculari e specialmente qualora questi periodi lavorativi siano un requisito per l’accesso a concorsi di abilitazione alle varie professioni (es. medico, avvocato, architetto, psicologo, etc.), potrebbe finalmente garantire un equo trattamento lavorativo rivolto ai giovani.
Proponiamo, inoltre, una maggior aderenza tra tipologia di rapporto di lavoro e contratto stipulato (es. false partite iva) e l’istituzione di meccanismi di controllo presso organi di supervisione (collegi, ordini professionali) che garantiscano la possibilità di rivolgersi a degli ombudsman super partes per effettuare un ricorso avverso ai datori di lavoro non paganti. L’apprendistato professionalizzante, infine, dovrebbe essere limitato ai giovani senza esperienza lavorativa, ad eccezione del tirocinio, per evitare che venga utilizzato impropriamente come contratto di lavoro a basso costo.
Chiediamo di promuovere l’occupazione giovanile e tutelare i lavoratori under-35 con l’eliminazione di politiche ambigue che permettono forme di lavoro non remunerate e non inclusive. In tal senso, proponiamo, ad esempio, l’introduzione dell’obbligo di remunerazione nei contratti di stage, tirocinio e praticantato. Proponiamo inoltre l’introduzione di meccanismi di bonus/malus per le imprese sulla base della stabilizzazione o meno dei futuri apprendisti per scoraggiarne comportamenti opportunistici.
Snellimento delle abilitazioni all’esercizio della professione
Come per la facoltà di Medicina e Chirurgia, proponiamo di rendere abilitanti un maggior numero di lauree, tra le quali ad esempio Psicologia, Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF), Farmacia, Biologia e Architettura, modificando finalità, modalità e tempistiche attualmente previste per i periodi di tirocinio affinché queste esperienze siano realmente formative, sostituendosi ad Esami di Stato talvolta obsoleti e non allineati alle competenze richieste per l’esercizio della professione, e contribuiscano a costruire un ponte con il mondo del lavoro.
Chiediamo, inoltre, una maggiore attenzione a tempistiche e modalità di svolgimento degli Esami di Stato. Quello per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato, ad esempio, prevede un solo appello annuale. Considerando che i tempi di correzione possono prolungarsi per oltre sei mesi, il tempo medio per lo svolgimento della prova scritta e della prova orale può prolungarsi anche oltre un anno, costringendo i candidati a sottoporsi al cosiddetto “scritto cautelativo” al fine di non perdere un ulteriore anno in caso di eventuale esito negativo.
Proponiamo, dunque, di rendere abilitanti un maggior numero di titoli di laurea, rivedere finalità, modalità e tempistiche attualmente previste per i periodi di tirocinio, affinché queste esperienze siano realmente formative per l’esercizio della professione, nonché di rivedere modalità e tempistiche degli Esami di Stato, affinché si svolgano con procedure più rapide, trasparenti e meritocratiche. Chiediamo, inoltre, che venga aumentato il numero di borse di specializzazione in Medicina e Chirurgia.
Competitività della ricerca
L’innovazione tecnologica è un motore fondamentale per lo sviluppo economico e per crescita della produttività. È fondamentale, dunque, implementare nuove politiche volte a favorire e rilanciare la ricerca in ambito universitario e non. La distribuzione di fondi per la ricerca, ad esempio, potrebbe essere basata su logiche competitive tra atenei, in modo da innescare meccanismi di crescita virtuosi. Inoltre, è necessario stanziare nuovi investimenti per l’ampliamento e la modernizzazione di spazi e laboratori, nonché in attrezzature e strumentazioni che permetterebbero di rendere i poli italiani all’avanguardia e più attrattivi per i ricercatori esteri.
Chiediamo, quindi, di stanziare maggiori investimenti nella modernizzazione di spazi, laboratori e attrezzature destinate alla ricerca.
Riqualificazione del dottorato e supporto alla carriera accademica
Le barriere verso il dottorato e la carriera nel mondo della ricerca, sono ancora significative, sia da un punto di vista logistico e pratico, per quanto riguarda il numero di borse di dottorato e il loro importo, sia da un punto di vista culturale, sensibilizzando e promuovendo la carriera accademica. Questo fa parte di una più ampia riforma culturale che porterebbe il dottorando a essere percepito non solo come uno studente, ma anche come un lavoratore, dando più rilievo alle capacità e alle competenze acquisite attraverso la ricerca.In questo senso vorremmo che vi fosse un incremento della spesa pubblica per istruzione universitaria in modo da invertire la tendenza negativa che negli ultimi anni ha visto diminuire progressivamente il totale dei posti e del numero dei corsi di dottorato. Auspichiamo che nel breve termine vengano recuperati i posti tagliati a partire tra il 2007. Si stima infatti che tra il 2007 e il 2019, circa il 43% dei posti di dottorato sia stato tagliato23. Allo stesso tempo chiediamo che i dottorati senza borse vengano eliminati.
Chiediamo quindi di supportare il dottorato e il mondo della ricerca accademica attraverso l’aumento delle borse di dottorato e l’eliminazione dei dottorati senza borsa. Chiediamo la riduzione della precarietà accademica e dell’imbuto formativo attraverso la riduzione dei contratti di ricerca a tempo determinato in favore di quelli a tempo indeterminato. Chiediamo infine di sensibilizzare i giovani e la società al mondo della ricerca e del dottorato in Italia, attraverso campagne di sensibilizzazione a partire dalle Scuole dell’obbligo.
Le proposte per l’imprenditorialità giovanile
Le proposte in questa direzione sono molto importanti, qui a University2Business il tema dell’imprenditorialità giovanile e innovativa lo trattiamo spesso, proprio perché siamo convinti che sia un motore di cambiamento e di miglioramento della società. Qui le proposte del Piano Giovani 2021 sono due:
- introduzione dello ‘spin-in’ nelle università
- semplificazione fiscale per i giovani imprenditori
Introduzione dello “Spin in” nelle università
Pensiamo di affiancare agli spin off accademici e universitari uno strumento di “spin in” che permetta a imprese di godere del supporto di università e centri di ricerca con accordi semplificati nei primi anni di attività. Questo tipo di accordi porterebbe vantaggi a entrambe le parti: da un lato, permetterebbe ad aziende costituite di recente di usufruire degli spazi e dei laboratori dell’università, barriera all’ingresso e costo fisso elevato soprattutto nell’ambito delle scienze “dure” e, dall’altro, permetterebbe alle università di creare un migliore contesto lavorativo di assorbimento dei propri laureati e, in caso di deposito di brevetti, di vedersi riconosciuta una quota degli stessi.
Proponiamo di introdurre uno strumento di “spin in universitario” che consenta alle università, attraverso appositi bandi, di mettere a disposizione spazi e laboratori universitari a imprese giovani.
Semplificazione fiscale per giovani imprenditori
Molti sono i giovani under-35 che decidono di avviare un’attività imprenditoriale: stando allo studio condotto da Unioncamere21, sono circa 952 mila i giovani titolari o soci di un’impresa, di cui un terzo rappresentato da donne, con un’età media complessiva di 28,7 anni; tuttavia circa un terzo delle aziende non riesce a superare i primi 5 anni di attività. Occorre supportare la voglia di fare impresa dei giovani del nostro Paese, che, nonostante non sia stata sconfitta dalla crisi, è stata certamente messa a dura prova.
Chiediamo di creare condizioni favorevoli al percorso di avvio di un’impresa e di supportarne i primi anni di vita.Proponiamo una maggiore riduzione degli oneri fiscali e contributivi per le imprese costituite da giovani under-35. Proponiamo una ulteriore semplificazione del regime fiscale per le Startup Innovative nei primi mesi di attività, introducendo un contributo unico posticipato al secondo esercizio.
Come non essere d’accordo con tutte queste proposte?
Seguiremo e monitoreremo cosa il Governo saprà accogliere di queste proposte.
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