L’apprendimento misto coniuga la didattica tradizionale con le tecnologie digitali. Vediamo cos’è, quali sono i diversi modelli esistenti e quali vantaggi ne possono trarre gli studenti

La pandemia ha imposto un’accelerazione notevole dei processi di digitalizzazione nei percorsi didattici a tutti i livelli. Difficile dimenticare le lezioni online e le sfide ad esse associate, dovute all’inesperienza e al cambiamento drastico del modo di apprendere e di insegnare.
Ed ecco che, a qualche anno di distanza, e dopo aver superato qualche momento buio sia per gli studenti sia per i docenti abituati alle tradizionali lezioni frontali, ci si sta interrogando su quali siano oggi i metodi più efficaci per integrare la tecnologia nei percorsi scolastici e universitari. In altre parole, è arrivato il momento di “svecchiare” l’insegnamento da logiche che si rivelano inefficaci e trovare le giuste tecniche per renderlo più coinvolgente. Una di queste potrebbe essere proprio il Blended Learning.
Ne hai mai sentito parlare? Si tratta di un metodo didattico che cerca di coniugare l’apprendimento in presenza e l’utilizzo delle tecnologie digitali per ottenere il meglio da entrambi. Ma capiamo meglio di cosa si tratta.
Cos’è il Blended Learning
Il Blended Learning, o apprendimento misto, è un metodo educativo alternativo a quello tradizionale, che coniuga la didattica in aula con l’utilizzo di tecnologie digitali. Gli studenti hanno la possibilità di partecipare a lezioni in presenza, ma anche in streaming, e vedere dei video registrati; inoltre, prevede la possibilità di partecipare ad attività interattive come i gruppi di discussione virtuali o simulazioni di test. Insomma, niente a che vedere con le classiche lezioni in cui il docente spiega e gli alunni ascoltano quasi in modo passivo.
Quali sono gli strumenti
Per introdurre il Blended Learning esiste una vasta gamma di strumenti utili che permettono di svolgere le attività più disparate. Eccone alcuni che permettono di rendere l’insegnamento più interattivo:
- Piattaforme pensate appositamente per l’apprendimento online come Google Classroom, Canvas e Moodle.
- Strumenti di videoconferenza, che consentono di tenere lezioni online in diretta, come Zoom, Microsoft Teams o Google Meet.
- Tool per la creazione di contenuti multimediali da fruire in streaming, come Youtube, SoundCloud o Prezi.
- Piattaforme per la collaborazione online ideali per condividere materiale didattico e lavorare insieme, come Google Drive, Microsoft OneDrive o Dropbox.
- Tool che permettono agli insegnati di valutare gli studenti online, attraverso quiz, test o attività interattive, come Google Forms, Kahoot o Quizizz.
- Piattaforme social o forum di discussione con cui gli studenti si scambiano idee e avviare conversazioni costruttive in merito a diversi argomenti, come Facebook Groups o Reddit.
Alcuni dei modelli di apprendimento misto
Esistono diversi modelli che rappresentano sfumature diverse del Blended Learning, vediamo i principali:
- Modello faccia a faccia: la maggior parte delle lezioni è svolta in aula e le risorse digitali sono utilizzate come strumento aggiuntivo e personalizzato in base alle esigenze e agli interessi di ogni interlocutore.
- Modello online: gli insegnamenti (sincroni e asincroni) sono erogati online tramite piattaforme digitali e con la guida di un docente. Gli incontri in presenza avvengono quando necessario.
- Modello rotativo: gli studenti, divisi in piccoli gruppi, alternano lezioni in aula, lavori di gruppo e insegnamenti online.
- Classe rovesciata: prevede un apprendimento online e un’applicazione offline. Gli studenti studiano prima delle lezioni e una volta in aula si dedicano a discussioni, studio di casi o progetti. Gli insegnanti fungono da supporto e guida.
I vantaggi del Blended Learning
Ma veniamo ai vantaggi del Blended Learning. Sicuramente, una formula di apprendimento mista permette agli alunni di personalizzare il processo con cui assimilano le nuove nozioni, perché meglio si adatta alle esigenze e ai tempi di ogni persona rispetto all’utilizzo dei soli metodi tradizionali. L’accesso a contenuti in streaming permette, infatti, di studiare e fruirne secondo il proprio ritmo e consente, ad esempio, di tornare su argomenti o concetti che non sono stati compresi.
Al contempo però non viene mai a mancare lo scambio, anche di persona, insegnante-alunno e tra gli stessi studenti. La socializzazione continua anche online e la collaborazione diventa la parola d’ordine. In questo modo l’alunno è posto al centro ed è costantemente stimolato e coinvolto.
Dal punto di vista degli insegnanti, oltre a trarre vantaggio dal maggior coinvolgimento degli alunni, diventa più semplice e costante l’attività di monitoraggio e la loro valutazione. Grazie all’ausilio di strumenti e piattaforme digitali è, infatti, più semplice avere sotto controllo l’evoluzione di ogni studente e fornire feedback e supporto continui e immediati.
In quali ambiti potresti sperimentare l’apprendimento misto
Se ti stai chiedendo quali sono gli ambiti di applicazione del Blended Learning è arrivato il momento di avere una risposta!
Potrebbe capitarti di incontrare corsi universitari che propongono questa modalità di apprendimento. In Italia sono molte le università, pubbliche e private, che mettono in pratica questo modello.
Ma non solo le istituzioni accademiche utilizzano il Blended Learning. Potresti sperimentarlo anche durante corsi di formazione professionale e aziendale, corsi di lingua e in diversi gradi di istruzione scolastica e non…per capirci anche in alcuni master è presente l’apprendimento misto.