Nuove professioni: diventa dronista (non tronista)

Pubblicato il 17 Feb 2017

nuove professioni

E’ in pieno boom il mercato dei droni (o UAV – Unmanned Aerial Vehicle), tecnologia nata in ambito militare che trova oggi applicazione in moltissimi settori, dalla tv al cinema, dall’agricoltura al controllo di grandi infrastrutture, dal monitoraggio dell’ambiente alla sicurezza. Un settore che sta creando anche nuove figure professionali, in particolare quella del pilota di droni. Se da piccolo sognavi di fare l’astronauta, ti farà piacere sapere che puoi ancora diventare pilota di un veicolo che spesso fa anche cose avventurose.

Siamo tutti un pò in attesa di vedere droni che consegnano pizze e pacchi Amazon, ma la verità è che
uno degli ambiti in cui l’uso dei droni porta dei vantaggi immensi (ed è pertanto cominciato velocemente il loro utilizzo), è quello della sicurezza in ambito ambientale, civile, industriale. I droni possono fare cose che gli esseri umani potrebbero fare con tempi molto più lunghi, costi elevati spesso anche in termini di rischio della vita. Pensa ai Vigili del Fuoco che hanno lavorato nel Centro Italia nell’emergenza terremoto, che verranno anche insigniti del “ROMA DRONE AWARD 2017”.
Vigili del Fuoco - Hotel Rigopiano - Sorvolo con drone della zona - www.HTO.tv

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A Sassari (ma anche altri comuni d’Italia) la polizia municipale usa i droni per scoprire l’amianto sui tetti o abusi edilizi; molte aziende private e industrie utilizzano droni per fare ispezioni di siti, magari pericolosi.
La società di consulenza Gartner ha previsto che nel 2017  tre milioni di droni saranno prodotti nel 2017, il 39% in più rispetto a quanto avvenuto nel 2016.

Il primo grande mercato per i droni commerciali è stato l’agricoltura, che però secondo Gartner non trainerà più di tanto la crescita del mercato commerciale dei droni nel suo complesso, per arrivare ad una quota del 7% del mercato globale dei droni commerciali.

Un segmento che metterà a segno un contributo maggiore è quello delle ispezioni industriali, in particolare nel settore oil&gas, energy, infrastrutture e trasporti. Le ispezioni ai macchinari e agli impianti in questi mercati sono più semplici, più a basa quota e vicine al terreno, e quindi presentano rischi minori sul fronte regolatorio. E’ per questo che secondo Gartner questo mercato rappresenterà ben il 30% del mercato globale dei droni commerciali nel 2020.

Ma aggiungiamo che, l’uso del drone sta diventando anche uno strumento per tanti professionisti: geometri, ingegneri, architetti, geologi, registi, fotografi, agenzie video e agenzie di comunicazione.

E’ per questo motivo che la formazione proposta dall’evento romano dedicato ai droni sarà realizzata insieme a diversi ordini professionali.

Roma capitale italiana dei droni per due giorni

Tutto quello che c’è da sapere sui droni lo si può scoprire prossimamente al “Roma Drone Campus 2017”,  chesi svolgerà nei giorni 21 e 22 febbraio prossimi presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università Roma Tre (Via V. Volterra 62).
Nella due giorni in programma circa 70 workshop e seminari, ma il focus principale è dedicato proprio alla formazione sull’impiego dei droni organizzata in collaborazione con gli Ordini professionali di ingegneri, geometri, giornalisti e periti agrari.

Questo il link al sito ufficiale dell’evento

“Questa manifestazione proporrà il più grande numero di corsi, seminari, workshop e conferenze mai organizzato in un unico evento sui droni in tutta Italia e forse anche in Europa”, ha spiegato Luciano Castro, presidente di Roma Drone.“Il nostro obiettivo è infatti quello di fornire una grande occasione di formazione e di aggiornamento professionale a chi già lavora con i droni e anche a tutti coloro che vorrebbero avvicinarsi a questa nuova tecnologia per motivi di lavoro. Saranno presenti costruttori, operatori, centri di addestramento e rivenditori, per offrire un panorama completo ai futuri protagonisti della drone community italiana”.

Dronista ( o operatore APR – Aeromobile a pilotaggio remoto)

Il nome giusto dei droni è APR, ovvero aeromobile a pilotaggio remoto o SAPR –

Utilizzare un drone richiede però una competenza; saperlo pilotare. Facendo un primo distinguo tra chi è appassionato di droni a scopi ricreativi (aeromodelli) e chi li utilizza per lavoro (definiti SAPR), spesso si distinguono solo per lo scopo al quale sono dedicati.

Nel primo caso, non si è obbligati ad avere un patentino, un assicurazione e nemmeno fare una visita medica, ma l’uso del drone è comunque regolamentato dalla legge, e in particolare dal regolamento ENAC per i velivoli a pilotaggio remoto. Sul sito di Dronezine, che consigliamo per chi si avvicina al mondo droni per la ricchezza e accuratezza delle informazioni, troverai in una veloce infografica su tutte le prescrizioni che deve osservare  chi vola per hobby.

Per quanto attiene all’uso commerciale dei droni, è invece richiesto al pilota di essere in possesso del patentino secondo le disposizioni stabilite da Enac – Ente nazionale per l’aviazione civile.

La questione è articolata e in continua evoluzione. Riassumendo:

  • I SAPR (cioè i droni da utilizzare per attività commerciale) si dividono in  2 categorie:
    sotto i 25 Kg e da 25 Kg a 150 Kg
  • Per i droni sotto i 25 Kg (quindi la maggioranza assoluta dei droni per riprese video e foto) è previsto un iter meno gravoso,  che attesta che avete fatto pratica di volo e siete idonei a pilotare un drone, ma ENAC si riserva di approvare la vostra richiesta senza alcun parametro prestabilito (per ora) di valutazione.
  • Per i droni sopra i 25 Kg è previsto un percorso di formazione simile a quello di un pilota vero e proprio, con conseguente rilascio di patentino.

Maggiori informazioni sul sito Enac e anche su questo sito di studio legale.

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